La Tuscia deposito di scorie nucleari: 14 comuni si ribellano al Governo
La Sogin, la società di Stato incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, ha individuato i potenziali siti per il deposito nazionale delle scorie nucleari e 21 terreni scelti si trovano all'interno del territorio di 14 comuni della Tuscia. Ma i primi cittadini, con il sostegno anche della Provincia di Viterbo, stanno facendo di tutto per scongiurare questa ipotesi.
"La Tuscia non è e non sarà mai un luogo idoneo per il deposito di scorie nucleari", ha dichiarato il presidente della Provincia Alessandro Romoli, che ieri ha organizzato una riunione proprio per ribadire il secco no dei sindaci alla realizzazione sul territorio dei siti per lo stoccaggio dei rifiuti. Romoli ha inoltre annunciato la costituzione di un team di esperti e tecnici, composto da geologi e agronomi, per dimostrare che quelle aree non sono idonee per aspetti legati soprattutto alla sismicità della zona e all'agricoltura. "La difesa della Tuscia è una responsabilità comune – ha sottolineato Romoli -. Continueremo a lavorare insieme ai sindaci e alle comunità locali per opporci con tutti i mezzi possibili a questa scelta".
Lo scorso dicembre nove dei quattordici comuni hanno approvato una delibera contenente il loro parere negativo all'ipotesi ventilata dalla Sogin. I primi cittadini di Montalto di Castro, Tarquinia, Tuscania, Canino, Arlena di Castro, Tessennano, Piansano, Cellere e Ischia di Castro, hanno scritto: "La nostra zona, come tutta la Tuscia, ha già dato un ampio contributo per quanto riguarda le energie rinnovabili, consentendo di raggiungere con largo anticipo gli obiettivi regionali fissati per il 2030. La nostra posizione sul progetto presentato da Sogin non può che essere fortemente contraria".